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Italiani, tra i più rifatti al mondo (Nunzio De Simone)

Liposuzione e rinoplastica tra gli interventi più richiesti in Campania. Attenti, non sempre le operazioni sono sicure

Donatella Rettore già nel 1979 cantava “splendido splendente”. La chirurgia plastica da allora ha preso piede anche nelle classi meno abbienti che preferiscono, anche in tempi di crisi, rinunciare ad altri beni a favore di un intervento e inoltre mentre in passato questa pratica interessava soprattutto le donne, oggi sempre più uomini entrano in sala operatoria per motivi estetici. Ce lo rivela il rapporto dell’Eurispes, istituto di studi politici, economici e sociali. Gli interventi di chirurgia plastica importanti (rinoplastica, blefaroplastica, mastoplastica e così via) eseguiti ogni anno nel nostro Paese sono più di 100.000, che diventano 250mila se si vogliono prendere in considerazione anche filler, laser e botulino. Numeri che ci pongono al tredicesimo posto al mondo tra i paesi dove si verificano più interventi di chirurgia plastica. Per quanto riguarda gli interventi più frequenti, contrariamente a quanto si possa pensare, l’aumento di seno non è l’operazione di chirurgia estetica più popolare. L’indagine dell’IPSAS ha rilevato che la nuova tendenza estetica è la liposuzione, che riguarda un 19,8% degli interventi, seguita dall’aumento del seno, che rappresenta un 17%, la blefaroplastica (13,5%), la rinoplastica (9,4%) e l’addominoplastica (7,3%). L’aspetto economico non è da sottovalutare; per la liposuzione si parte da 300 euro circa se si effettuano interventi più superficiali fino ad arrivare a 6.000 euro, la blefaroplastica non costa meno di 1.000 euro e con la mastoplastica sia additiva che riduttiva (aumento e riduzione seno) si arriva a sborsare anche 8.500 euro. Per quanto riguarda la Campania,in cui si registra la più alta percentuale di obesi, anche qui gli interventi di liposuzione sono tra i più diffusi mentre tra i giovani l’intervento più richiesto è la rinoplastica. Di questi tipi di operazione se ne effettuano oltre diecimila tra cui la maggior parte nella provincia di Napoli e appena una minoranza si fa operare perché affetto da una vera e propria patologia. Le motivazioni che portano ad un intervento possono essere infatti sia funzionali che psicologiche, non si tratta quindi sempre di donne e attrici che non vogliono mostrare i segni del tempo sul loro corpo, o di emulazione di celebrità o colleghi, ma anche di persone che si sentono a disagio a causa di alcune imperfezioni che impediscono loro di vivere serenamente o che hanno subito gravi incidenti o malattie. L’ultima tendenza però, che si è diffusa negli USA e che rischia di prendere corpo anche in Italia, è ricorrere al bisturi per entrare o rientrare nel mercato del lavoro. In un periodo di crisi, in una società in cui contano molto le apparenze, per i cinquantenni presentarsi al colloquio con un aspetto giovane e curato può fare la differenza. Ma attenzione è necessario sapere che chiunque medico chirurgo può effettuare operazioni di chirurgia plastica senza alcuna specializzazione. I chirurghi specializzati sono i “chirurghi plastici” in senso stretto, mentre tutti gli altri senza specializzazione e che nonostante ciò possono liberamente effettuare interventi di chirurgia plastica, sono detti “chirurghi estetici”.
Questo può portare ad affidarsi a chirurghi che non hanno capacità specifiche nel settore , creando enormi rischi per i pazienti. Per questa ragione solo da poco alcune Società Europee di Chirurgia Plastica (in Austria, Belgio, Olanda, ma non ancora Italia) hanno formulato ‘Standard Europei per la Chirurgia Plastica ed Estetica’ che ora sono in attesa di approvazione da parte di CEN (Comitato Europeo per la Standardizzazione), Società Nazionali di Chirurgia Plastica e Parlamento Europeo, secondo un iter di.tre.anni. Tali standard dovrebbero portare a una maggiore conoscenza dei limiti e dei rischi di questa pratica.

Nunzio De Simone - Economics

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