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L'insostenibile peso dell'essere poveri (Marco Spagnuolo)

Nel nostro Paese si spendono 23 miliardi di euro ogni anno per problemi legati all'alimentazione. Le future generazioni saranno i"drogati da cibo"!
Una situazione drammatica emerge da numerose statistiche messe in piedi nel corso dell'ultimo decennio.
In tutto il mondo sta avanzando un nuovo e pericoloso tandem, quello che lega la povertà all'obesità.
L'umanità ha cambiato i suoi regimi alimentari a causa di difficoltà economiche, si è passati da una alimentazione fatta di vegetali, fruttae legumi ad una alimentazione non solo contenente grandi quantità di grassi, ma soprattutto l'enorme consumo di bevande zuccherine e totalmente industriali, che sono alla portata di tutti.
I Paesi del Terzo Mondo presentano una percentuale di obesi elevata per il frequente ricorso ai "Junk Food" delle grandi catene di fast food.
Nei Paesi occidentali, il largo consumo di dolciumi e bevande ricche di zuccheri ha portato all'aumento di casi di diabete giovanile, disturbi dell'attenzione , malattie cardiovascolari, obesità.
Il legame tra alimentazione e condizione socio-economico mostra una doppia perversione.
Coloro che versano in condizioni di gravi difficolta' economiche,costretti a scegliere degli alimenti a basso costo per rientrare nel misero budget domestico.
Tutto ciò si trasforma in una vera e propria miniera d'oro per le aziende di prodotti alimentari(Nestlè e Archer Daniels Midland) e le enormi catene di fast-food.(McDonald's).
Esse hanno il monopolio dell'offerta alimentare mondiale.
Questi speculatori della salute immettono sul mercato una vastissima quantità di prodotti a costi contenuti, ma di dubbia qualità a causa di utilizzo di materie prime importate e "drogate" di conservanti , coloranti, e prodotti chimici, estremamente dannosi per l'uomo (i nitrati nello scatolame, i grassi idrogenati dei dolciumi).
L'altro lato perverso di questo intreccio economico alimentare, chi volesse seguire una dieta alimentare corretta ed evitare terribili patologie, è costretto a sostenere dei costi in termini economici, elevatissimi.
La conseguenza è semplice ed assurda, chi ha il denaro può scegliere, chi ne è sprovvisto si ammala.
Questo porta ad un aumento del consumo di pane e pasta, di grassi animali e di zuccheri raffinati, portando ad aumento del tasso glicemico e del colesterolo nel sangue.
Gli stili di vita quotidiani sono l'altra pecca di questo intreccio con notevol differenze tra uomini e donne.
Oggi la donna è sempre impegnata nel mondo del lavoro, occupando anche posti alcuni decenni fa impensabili, la sua indipendenza e la sua maggiore consapevolezza legata a maggiori introiti, permette loro di dedicarsi alla cura del corpo con notevole premura.
Gli uomini, diventati ormai tutt'uno con i computer e la tv, con attivita' lavorative passive e ripetitive, fanno uso di grandi quantita' ci bo già pronto e confezionato di rapido consumo, qundi altamente calorici.
Le differenze di reddito nelle diverse regioni e l'incidenza maggiore della povertà nel Sud, fanno pensare che il fattore prezzo continua a essere importante vis à vis nella decisione della scelta dei prodotti alimentari.
Cosa avviene nel nostro Paese, famoso per la sua grande arte culinaria?
L'Italia è un Paese di vecchi, afflitto da un tasso di natalità pari a zero, ora è anche un paese di obesi.
L'aumento di malattie cardiovascolari è schizzato alle stelle, con gravi costi sulla sanità pubblica,sempre più in affanno.
Il peso della povertà delle famiglie al Nord e al Centro si attesta intorno al 4,5/6%, mentre al Sud questo valore schizza al 24%, che corrsiponde al 70% delle famiglie povere, un dato sconcertante! Tutto ciò è legato ad una profnda disparità di reddito.
Nel Sud il reddito medio è quasi tre quarti di una famiglai media residente al Nord.
A livelli di reddito più bassi, corrispondono quote di acquisti di beni alimentari più importanti e abitudini alimentari scorrette ed uso di prodotti confezionati di qualità inferiore.Questo indica, quindi, che una forte inflazione e la diminuzione dei redditi induce i consumatori a cambiamenti forti sul tipo di alimenti acquistati. In sintesi, il comportamento di consumo dei prodotti alimentari resta orientato sulla qualità e il prezzo. Questo fenomeno è legato anche alla compresenza, nel Paese, di situazioni di forte agiatezza e di povertà.
Il consumatore è diventato più esigente ma al tempo stesso richiede beni di alta qualità a prezzi più bassi.
Nel Meridione si rilevano le percentuali più elevate di obesi. In testa si trova
la Campania con il più alto tasso di obesità (34% degli uomini, 42% delle donne).
Tra le cause alimentazione superiore al fabbisogno, sedentarietà, fattori ambientali-educativi ed economici. I pasti confezionati comodi a basso costo e di rapido consumo sono ormai tra i cibi quotidiani nela fascia pre-puberale, condizionando il tutto sistema cardiovalscolare e digestivo nonchè il metabolismo. Le conseguenze tardive dell'obesità infantile con la persistenza dell'obesità anche in età adulta. Il sovrappeso è un problema diffuso in tutto il Paese, ma per l'obesità infantile "esiste un gradiente Sud", e la maglia nera è detenuta dalla Campania. I picchi maggiori tra i bambini sono in Campania che ha un tasso di obesità infantile del 21%, seguita dal Molise, dalla Sicilia, e dalla Calabria, con una media nazionale del 12%. Mentre i valori minimi si registrano in Friuli Venezia Giulia (4%), la regione più virtuosa, in Valle d'Aosta (6%), e in Sardegna, Veneto, Liguria e Toscana (7%).
La scienza ci avverte di un altro pericolo ben più catastrofico, quella del "Binge Eating", una generazione di individui geneticamente già dipendenti da periodiche abbuffate di cibo spazzatura , avremo i cosidetti "drogati della gola" con una notevole predisposizione alla tossicodipendenza da zuccheri e grassi.
Parafrasando un famoso libro di Milan Kundera, siamo di fronte all'insostenibile peso dell'essere..poveri.

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