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Istat-Cnel: Pil sempre più giù, noi sempre più infelici

Crescono deprivazione e povertà nel Paese. E' quanto emerge dal Rapporto Istat-Cnel sul benessere equo e sostenibile. A causa della crisi economica degli ultimi cinque alcuni segmenti di popolazione e certe zone del Paese sono stati particolarmente colpiti sia dalla riduzione dei posti di lavoro (la percentuale degli individui in famiglie senza occupati è passata, tra il 2007 e il 2011, dal 5,1% al 7,2%), sia dalla diminuzione del potere d'acquisto, che tra il 2007 e il 2011 si è ridotto del 5%, prosegue la ricerca.
Fino al 2009, ciò non si è tradotto in un significativo aumento della povertà e della deprivazione grave (stabili al 18,4% e al 7% rispettivamente), grazie al potenziamento degli interventi di sostegno al reddito dei lavoratori e al funzionamento delle reti di solidarietà familiare. Con il perdurare della crisi, nel 2011 la situazione si è deteriorata, lo conferma l'impennata degli indicatori di deprivazione materiale; la grave deprivazione aumenta di 4,2 punti percentuali, passando dal 6,9% all'11,1%, preceduta da un incremento, nel 2010, del rischio di povertà (calcolato sul reddito 2010) nel Centro (dal 13,6% al 15,1%) e nel Mezzogiorno (dal 31% al 34,5%) e da un aumento della disuguaglianza del reddito (il rapporto tra il reddito posseduto dal 20% più ricco della popolazione e il 20% più povero dal 5,2 sale al 5,6), conclude la ricerca.

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