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Sanità. Campania ancora bocciata nei LEA dal Ministero: 19 requisiti negativi su 38

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La sanità in Campania serra i ranghi, taglia le spese, fa stringere la cinghia ai cittadini, ma non riesce proprio a ripartire. Lo dice il rapporto del Ministero della Salute sui LEA, i livelli essenziali di assistenza per l’anno 2011, l’ultimo monitoraggio ufficiale diffuso proprio ieri. Il Ministero promuove solo 8 regioni (diciamole quali sono: Basilicata, Emilia, Liguria, Lombardia, Marche, toscana, Umbria e Veneto). Insomma le solite che conosciamo e che sono tutte al centronord, con la sola piacevole novità della Basilicata. Con la Calabria ed il Lazio, la Campania presenta 19 inadempienze su 38 requisiti richiesti. È inadempiente sugli obblighi di informazione, sui livelli essenziali di assistenza dove fa registrare particolari criticità, sui posti-letto, sulle liste d’attesa, sul grado di assistenza ospedaliera, sul completamento dei percorsi diagnostici terapeutici, sugli accreditamenti istituzionali, sulla riorganizzazione della rete di strutture diagnostiche pubbliche e private (uno dei motivi dello scontro di questi giorni tra i laboratoristi di FederaLab con il presidente sen. D’Anna e la Regione Campania), e poi ancora inadempiente sulla tutela della salute e prevenzione nei luoghi di lavoro, nel controllo delle cartelle cliniche, nell’assistenza protesica, nelle cure palliative, nel rischio clinico e nella sicurezza dei pazienti, nel flusso dei dati informativi dai Pronto Soccorso, sull’attività trasfusionale, e poi ancora sul percorso nascita, sulle emergenze-urgenze, sulle cure primarie. Un lunghissimo elenco di criticità che conferma il persistere di insufficienze e di criticità , che ora compromette l’accesso delle regioni inadempienti al 3% del fondo sanitario, e che dovrebbe suggerire al presidente Caldoro di revocare incarichi e poltrone nel sistema sanitario campano a chi già nel suo primo anno di presidenza non è stato all’altezza della situazione.
Aldo Primicerio

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